Quattro giorni dal 22 al 26 aprile (2013) con un volo Easyjet da Malpensa. Sicuramente il periodo migliore, con una mediocre escursione dai 30 gradi giornalieri ai 15 serali ma il clima secco rende le temperature comunque sempre piacevoli.
Dall’aeroporto, luminoso e pulito, si raggiunge in fretta la città. Viali di roselline bianche lasciano il posto ad alberi colmi di arance e si è così giunti nella Marrakech ‘nuova’ al di fuori le mura, che non pare particolarmente caratteristica, coi suoi hotel internazionali, Carrefour, bus…
Oltrepassate le mura, colore dell’argilla, piene di fori e con gli spigoli smussati come fossero castelli di sabbia, si entra nella ‘città vecchia’ e tutto cambia. Edifici scrostati dal tempo, pavimentazioni sconnesse, forti profumi di cucina speziata, centinaia di rumorosi motorini e carretti trainati da somari, tutto un mondo a sè.
E la prima volta che ci si addentra nei cunicoli della Medina si resta perplessi. Umido, buio, impossibile orientarsi al primo impatto. Iniziavo a temere mi stessero conducendo ovunque fuorchè al nostro riad.
Dopo le prime passeggiate le sensazioni cambiano e ci si sente perfettamente a proprio agio, padroneggiando perfettamente la complessa urbanistica.
Angosciante la marea di motorini e biciclette che sfrecciano a tutta velocità e senza regole tra i cunicoli dei suq e della Medina. Ti vengono addosso senza scrupoli.
In più bisogna sfuggire alle insistenze dei venditori e dei mendicanti, schivare pozze a terra o ciottoli sconnessi e nel frattempo magari non perdersi. Impegnativo.
La vita del suq mi ha logorata.
Le viuzze dei suq, talmente strette, buie e colme di oggetti da sembrare veri e propri cunicoli, dividono il grande mercato in settori.
In una zona si possono acquistare i classici souvenir artigianali come argenti, cuoio o monili.
Una seconda zona offre moltissime marche contraffatte di orologi, abbigliamento sportivo e scarpe da donna.
Un’altra ancora si fa riconoscere dagli odori fortissimi cui è impossibile restare indifferenti: il mercato delle spezie.
Oltre alle più comuni spezie riconoscibili da tutti, ogni piccola bottega, che si affaccia direttamente nel vicolo, espone bidoni in metallo completamente traboccanti di polveri coloratissime. Sono molto affascinanti ma non scommetterei su quel che contengono a dispetto della scritta – comunque in arabo – che espongono!
Poi pesce essiccato, carne cruda per spiedini e molti altri non ben precisati beni a detta loro commestibili ma con una puzza davvero improponibile!
Dopo le prime occhiate dove nulla pare interessante, quando gli acquisti cominciano non ci si ferma più.
E così, un tetris da campioni per far stare in valigia un paio di lanterne in ferro e cuoio, una in alluminio e una in ferro e vetro colorato.
Due piantine della loro robustissima menta, vendute in bancarelle/vivaio. Ferma tovaglioli, penne rivestite, due pouff coloratissimi, un profumo a saponetta, un caftano in cotone, alcuni orecchini e le immancabili calamite. Per chi gradisse altro, una vasta scelta di pashmine, ciabatte, borse e borsellini in cuoio, bracciali e bijoux, spezie ed erbe aromatiche.
Non pensavo sarebbe stato così facile acquistare animali di contrabbando.
Fuori da molti negozi di profumi o souvenirs si trovano gabbiette colme di insalata ma guardando bene, abitate da piccole tartarughe vendute alla ridicola cifra di 15€.
Appena ti dimostri minimamente interessata (anche solo per verificare le condizioni degli animaletti) il negoziante ti rassicura spiegando che il piccolino viene tranquillamente messo in una scatola di sigarette e la dogana si passa senza problemi.
Io sono rimasta senza parole.
Oltre alle tartarughe africane, abbiamo trovato diversi camaleonti, molto docili coi turisti anche perchè sfruttati per far fotografie e attirare l’attenzione.
Nessun turista invece dava l’attenzione che riservo sempre io alla miriade di mici sparsi ovunque nella città.
Molto magri e un po’ spennacchiati, ma socievoli e spesso coccoloni.
Tantissimi piccoli gattini di un paio di mesi purtroppo quasi tutti con problemi agli occhi, molti di loro anche con difetti genetici quali mancanza del bulbo oculare o di alcune dita dei piedi.
Sono stati prontamente coccolati al pari degli altri.
Certo qui gli animali sono quasi del tutto abbandonati a loro stessi ma se non altro devo ammettere che non vengono nemmeno maltrattati. Solo ignorati. Magra consolazione ma poteva essere peggio.
Giungere a Djemaa el-fna all’ora del tramonto è un’emozione unica.
Si esce dal vicolo della Medina, ci si avvicina come fosse un turbinio di gente che ruota veloce in circolo e ci si salta dentro. Dà un senso di appartenenza dal quale è difficile voler uscire.
Rigorosa la cena tra le bancarelle.
Tipo fiera di paese, con fornelli e grill da campo, buffet di pesce, carne e verdure dalle quali il cuoco attinge.
Ogni banco ha esattamente le stesse proposte alimentari, scegli in base alla simpatia dei procacciatori di clienti (asfissianti) o per sfinimento, ti siedi su una delle loro panche, a caso.
Il menù offre tajin, cous cous, spiedini di carne o pesce fritto. Anche le insalate miste non sono male e il tutto è accompagnato da una pagnotta un po’ stantia e da un paio di salse gustose.
I prezzi sono da 1,50€ x un piattino di patatine, 2,50€ per una bella insalata mista o circa 4,00/5,00€ per un piatto unico e abbondante di specialità locali.
Ottimo il tè caldo alla menta che si gusta in piazza e anche la spremuta di arance è squisita, fresca e dolce.
Dopo cena ci siamo fatti coinvolgere da un banale gioco in piazza dove, con delle rudimentali canne da pesca, bisognava agganciare per il collo bottiglie di CocaCola. In premio la bottiglia stessa.
Impossibile, ma diventa una droga!
Suoni di tamburi e tamburelli, venditori di spezie e lampade improvvisati a terra, decoratrici con l’hennè – a cui non ho resistito – e tanti curiosi riempiono la piazza fino a sera tardi.
Quando la lasci, ti volti indietro, assapori ancora per un attimo quelle luci e quei profumi prima di allontanarti con nostalgia.
Una gita appena fuori Marrakech?
Andate a conoscere i berberi nella valle di Ourika.
La potete acquistare in una delle tante mini-agenzie della medina, contrattando ,mi raccomando!
4 comments
Che dire, non vedo l’ora di conoscere Marrakech! Interessante il tuo post, mi sono immaginata già là..
Grazie Claudia. Hai fissato già la partenza? Dai un’occhiata anche al mio post sull’esperienza in hammam. https://www.thegretaescape.com/blog/avventure/hammam/
…. chè dire di Marrakech che già non hai detto tu Greta, condivido assolutamente le vostre impressioni !!!
La città è mooolto particolare, caotica per certi versi, ma anche magica con il calare della notte…. la piazza piena zeppa di luci ti lascia davvero senza fiato ! Si passa dal vivere un piccolo “incubo” nel souk ad un totale relax nel Riad, dove noi per fortuna non abbiamo subito invasioni da parte del personale, ma anzi devo dire che è il loro punto di forza !! GENTILISSIMI non posso assolutamente trovare altre parole !
Ammetto di avere sentimenti contrastanti per questa città !!! Sono cmq felicissima di esserci stata, ma ammetto che potrei tornare li SOLO per una nuova dose di shopping sfrenato !!!
Grazie per i tuoi consigli sono stati utili !
Sono molto felice che i nostri suggerimenti vi siano stati di aiuto. E molto felice che siate stati bene.
E’ una città strana, sì. Faticosa, affascinante, snervante, seducente. He he!
L’avete provato l’hammam ‘originale’?
Grazie della vostra opinione!! Alla prossima!